gelosia

...la gelosia è un mostro dagli occhi verdi che dileggia la carne di cui si nutre...
William Shakespeare, Otello.
Edvard Munch – Jealousy (1895)
Munch affronta nell'opera Jealousy le sofferenze provocate dall’amore. E’ la donna, come sempre, l’agente della catastrofe, ma questa volta la vittima maschile viene addirittura raddoppiata. In una composizione del taglio estremamente ravvicinato, in cui le figure giganteggiano in uno spazio compresso, sono raffigurati tre personaggi. In primo piano, rivolto verso lo spettatore, è presentato il geloso. Sul fondo, in diagonale rispetto al compagno, campeggia la donna. I loro volti sono concepiti in parallelo: impenetrabile quello di lui, rosso e sfrontato quello di lei. Il suo atteggiamento seducente e provocatorio denuncia come entrambi gli uomini siano in fondo vittime del potere femminile. 
La gelosia è un sentimento di ansia e incertezza dell’essere umano, causata dal timore di perdere o non ottenere la persona amata perché essa sia preferita da altri o preferisca altri. La conseguenza può essere di rabbia e risentimento verso chi sia più considerato dalla persona amata; più in generale è causata dal timore di essere traditi dalla persona amata. Possono esserci due tipi di gelosie: quella causata dalla terza persona e quella causata dalla persona amata. Secondo Freud il sentimento della gelosia non è rivolto solo alla persona che si teme di perdere, ma ad una terza persona, quella verso cui si sente rivalità. 
Fin dalla notte dei tempi, ci è stato insegnato che l’esperienza amorosa debba necessariamente essere abitata dalla gelosia e dal possesso e che, qualora così non fosse, si tratterebbe di un coinvolgimento menomato, insufficiente, di cui dubitare. “Il mio fidanzato non è abbastanza geloso”, “bisogna sempre dare un’occhiata al telefono del partner” frasi che rivelano come, nel senso comune, la qualità del rapporto di coppia sia dato dal grado di gelosia e/o di controllo. 
Vorremmo qui rifiutare qualsiasi tentativo di rintracciare amore in indebite forme di possesso, la cui espressione estrema si manifesta nell’assorbimento distorto della donna amata – o presunta tale – da parte dell’uomo e che trova la propria sintesi nella legittimazione della violenza di genere. L’immaginario collettivo rispetto alla donna deve trasformarsi, rimuovendo le strutture convenzionali che caratterizzano il rapporto amoroso e la funzione, anche erotica, del femminile come oggetto passivo. A questo proposito è efficace il solo strumento penalistico se persiste un ritardo culturale nella collettività? Contrastare, entro questi termini, l’agghiacciante fenomeno della violenza contro le donne, significa de-storificare il problema e ridurlo all’esistenza di istinti interiori primordiali da punire, modalità che difficilmente erode le fondamenta della struttura patriarcale. Occorre aggredire le ragioni culturali di tale assetto intervenendo su vasta scala, a partire da programmi di sensibilizzazione nelle scuole, luogo di consolidamento per eccellenza delle sovrastrutture maschiliste, nei luoghi di lavoro e nei contenuti dei social media. 
* Freud, il complesso di Edipo 
* Le cose dell'amore di Umberto Galimberti
* L.15 febbraio 1996, n.66 Norme contro la violenza sessuale
* L.19 luglio 2019, n. 69 Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere
Regista: Jacques Becker
Genere: Drammatico, Sentimentale, Poliziesco
Anno: 1952
Paese: Francia
Durata: 95 min
Motivazione: Sullo sfondo di una Parigi di inizio secolo passione, gelosia, amicizia, sono gli ingredienti di questo dramma del sentimento a tinte forti dove lo sguardo di Jacques Becker rintraccia i valori di un mondo di persone alla deriva. Anime sbandate ai margini della città, antieroi dalla faccia malinconica alla ricerca di un’onestà perduta, dove le regole del rispetto e la propria parola d’onore non hanno prezzo. In questa comunità il sogno irraggiungibile di Merie e Manard di vivere la propria felicità di innamorati si scontra contro le prepotenze e le stesse regole che loro hanno cercato di cambiare.
Regista: Ettore Scola
Genere: Commedia
Anno: 1970
Paese: Italia, Spagna
Durata: 107 min
Motivazione: La pellicola rappresenta un catastrofico ménage à trois fra i protagonisti: Adelaide, Oreste e Nello. Adelaide viene presentata come un’incantevole donna indipendente sia dal punto di vista economico sia dai condizionamenti sociali. Il paradigma di impossessamento viene diffusamente trasferito all’interno della delicata dinamica del rapporto amoroso: l’Uno-Uomo ingloba, poco a poco, l’Altro-donna, spogliandola della propria intima soggettività. Questo è possibile solo se si assume che la persona amata sia un individuo oggettificato e, quindi, possedibile.
Analisi del sentimento della gelosia da Freud al Patriarcato. 
Fin dalla notte dei tempi, ci è stato insegnato che l’esperienza amorosa debba necessariamente essere abitata dalla gelosia e dal possesso e che, qualora così non fosse, si tratterebbe di un coinvolgimento menomato, insufficiente, di cui dubitare. “Il mio fidanzato non è abbastanza geloso”, “bisogna sempre dare un’occhiata al telefono del partner” frasi che rivelano come, nel senso comune, la qualità del rapporto di coppia sia dato dal grado di gelosia e/o di controllo. 
Vorremmo qui rifiutare qualsiasi tentativo di rintracciare amore in indebite forme di possesso, la cui espressione estrema si manifesta nell’assorbimento distorto della donna amata – o presunta tale – da parte dell’uomo e che trova la propria sintesi nella legittimazione della violenza di genere.
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