la persia: sabbie del tempo

Persepoli fu una delle cinque capitali dell’Impero achemenide (le altre erano Babilonia, Ecbatana, Pasargadae e Susa). È situata a circa 50 chilometri a nord della attuale città di Shiraz nella regione di Fars dell’attuale Iran.

L’Impero Persiano

Persepoli – Film tratto dall’omonimo fumetto di Marjane Satrapi
regia e sceneggiatura di Marjane Satrapi e Vincent Paronnaud
musica di Olivier Bernet
anno 2007

Gli Spartani e le guerre persiane

Artemisia di Alicarnasso, tiranna e condottiera, navarca di una flotta tutta sua, di coraggio ne aveva da vendere. Nei giorni in cui l’esercito del re persiano Serse annientava l’eroica resistenza di Leonida alle Termopili, grazie al tradimento di un disertore, lei, al comando delle sue navi si batteva nella battaglia di Capo Artemisio che, come racconta Erodoto, non ebbe né vinti né vincitori anche se, sempre facendo i conti, i persiani perdettero un numero di navi e di uomini di gran lunga superiore alle perdite greche.
Sta di fatto che in quella battaglia Artemisia si fece talmente notare che Serse ne fece un simbolo di coraggio fra i complimenti verdi di tutti gli altri navarchi della sua flotta mentre i greci, tanto per non essere da meno, posero sul suo capo una taglia di 10.000 dracme.
La gloria conquistata sul mare fece di Artemisia una preziosissima consigliera del re al quale, senza mezzi termini e contro il parere di tutti gli altri navarchi, consigliò di non affrontare altre battaglie navali con i greci perché nello stato in cui si trovava la sua flotta non avrebbe avuto scampo.
Serse apprezzò molto il consiglio di Artemisia che aveva, soprattutto come donna, dimostrato una maggiore sensibilità nel consigliargli la soluzione meno cruenta ma, come pare, fra i persiani vigevano le regole della democrazia e la maggioranza decretò di affrontare le navi nemiche in quella passata alla storia come la battaglia di Salamina.
Erodoto racconta per filo e per segno tutti i fatti e gli antefatti che culminarono in questa battaglia elencando, uno per uno, gli equipaggi, gli armamenti e i comandanti che vi parteciparono.
Artemisia, malgrado il suo parere contrario, si gettò ovviamente nella mischia e il grande storico greco ci racconta gli esiti dello sposalizio fra il coraggio e la fortuna che permise ad Artemisia di uscirne fuori col massimo degli onori.
L’episodio particolare di questa ulteriore vittoria di Artemisia consiste nel fatto che il comandante di una triremi greca fu a un passo dal catturare la sua nave e quindi dal riscuotere la taglia che pesava sul suo capo.
Nell’eccitazione della fuga l’intrepida navarca persiana speronò una nave alleata causandone l’affondamento e prendendo così, forse senza avvedersene, i classici due piccioni con una fava.
Il primo di questi piccioni fu il navarca greco che scambiò la nave speronante un nemico per una nave amica desistendo immediatamente dall’inseguimento e rinunciando, senza rendersene conto, alle 10.000 dracme e il secondo, molto più consistente, fu Serse in persona che seduto su un trono, all’ombra di una tenda intessuta d’oro, osservava dall’alto di un monte lo svolgersi della battaglia.
Il re, come narra Erodoto, riconoscendo le insegne della nave di Artemisia non ebbe alcun dubbio che la nave speronata e affondata fosse una nave nemica.
La fortuna, il più delle volte maligna, fece in modo che tutto l’equipaggio affogasse insieme al legno speronato e che nessuno di loro potesse perciò testimoniare il contrario.
Dopo che i persiani vennero sconfitti, così come aveva previsto Artemisia, il re non poté fare a meno di convocarla nuovamente al suo cospetto per chiederle cosa si dovesse fare.
Artemisia, che ormai con il re parlava papale papale, gli consigliò di ritornarsene in Persia lasciando sul posto soltanto qualche generale vanaglorioso che volesse portare a termine la campagna militare di terra.
Con il racconto di come Artemisia venne prescelta quale accompagnatrice della famiglia di Serse nel ritorno in patria, Erodoto la perde del tutto di vista.
Chi la nomina ancora è un certo Tolomeo Efestione che narra di lei una specie di tragedia greca che finisce addirittura con il suo suicidio.

Chi è il vero eroe delle Termopili? Il sacrificio di Leonida, coraggioso quanto abile sovrano di Sparta, sarebbe stato utile senza la lungimiranza tattica e, soprattutto, strategica di Temistocle? Sarebbe stato sufficiente opporre un muro, seppur impenetrabile, di scudi ai persiani, per arrestare la loro avanzata? La Storia dimostra che non è così. Temistocle, riuscendo a creare un’alleanza con le truppe terrestri piu’ forti dell’epoca, portando il nemico nel luogo esatto dove aveva previsto, riuscendo a convincere con l’arte della parola Atene e la sua democrazia della necessità di una flotta potente, non solo salvò l’intera Grecia dal dominio persiano (Salamina, Capo Artemisio), ma gettò le basi per le conquiste future della Polis attica.

Il principe di Persia

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