sul cosmo, platone

               … l'origine del mondo e l'isola che non c'è … 
PREPARAZIONE LABORATORIO IN CLASSE
1) Divisione in gruppi
2) Distribuzione dei miti di Platone
3) Argomento: Sul cosmo
   Dialogo: Timeo
   Mito del demiurgo, Mito di Atlantide
4) Preparazione personale del materiale a casa
5) Laboratorio di gruppo in classe:
   Rappresentare il mito in modo creativo attraverso
   foto, video, messa in scena, disegno, costruzioni,
   racconto di fantasia, saggio critico, presentazione digitale … 
6) Lavoro a casa di sistemazione
7) Laboratorio in classe 
   Restituzione dei lavori.

Davanti a quella foce che viene chiamata, come dite, Colonne d’Eracle, c’era un’isola. Tale isola, poi, era più grande della Libia e dell’Asia messe insieme, e a coloro che procedevano da essa si offriva un passaggio alle altre isole, e dalle isole a tutto il continente che stava dalla parte opposta, intorno a quello che è veramente mare. In tempi successivi, però essendosi verificati terribili terremoti e diluvi, nel corso di un giorno e di una notte, tutto il complesso dei vostri guerrieri di colpo sprofondò sotto terra, e l’Isola di Atlantide, allo stesso modo sommersa dal mare, scomparve.

Timeo, Platone
Quando, nei due dialoghi, Platone parla di Atlantide 
asserisce di avere una precisa fonte: un lontano parente, 
il legislatore e poeta Solone (615-535 a.C.). 
Solone aveva navigato in lungo e in largo 
per tutto il Mediterraneo ed in uno dei suoi viaggi 
era approdato in Egitto. 
Preceduto dalla fama di sapiente, 
Solone era stato ricevuto dai sacerdoti della città di Sais 
(l’attuale Sa-el-Hagar) nel delta del Nilo. Stando a Platone, 
Solone invitò gli egizi a parlare di “fatti antichi”, 
i ricordi più lontani nel tempo, 
ed i sacerdoti gli narrarono una storia 
che aveva dell’incredibile.
 Dapprima essi risero nell’ascoltare Solone che, 
risalendo fin alle origini del suo popolo, 
raccontava gli avvenimenti da lui ritenuti più antichi, 
e si rivolsero così nei suoi confronti: 
“Solone, Solone, voi greci siete ancora dei fanciulli“. 
Secondo i sacerdoti la storia risaliva a migliaia 
di anni prima: le loro istituzioni erano state fondate 
almeno ottomila anni addietro e conservavano 
la memoria di eventi ancora anteriori. 
Asserivano che novemila anni prima (cioè nel 9570 a.C.) 
già esisteva la grande città di Atene 
di cui i greci attuali avevano un labile ricordo,
poiché la loro memoria veniva ogni volta 
cancellata a seguito di catastrofi cicliche. 
In quei tempi remoti, Atene era governata 
da una casta di guerrieri che disdegnavano le ricchezze 
e conducevano una vita semplice. 
Gli ateniesi avevano guidato con successo la resistenza 
delle popolazioni europee contro le invasioni 
di un regime tirannico, 
le forze unite dell’impero di Atlantide.
 Atlantide era un “continente isola” situato ad occidente, 
oltre le colonne d’Ercole (lo stretto di Gibilterra), 
governato da una coalizione di sovrani 
che discendevano da Poseidone, il dio del mare. 
Il re dei re apparteneva alla progenie 
del figlio maggiore di Poseidone, Atlante, 
che diede il nome sia all’isola 
sia all’oceano che la circondava. 
Un tempo i discendenti di Atlantide 
erano semidei dal cuore puro, ma, col passare del tempo, 
il sangue divino si dissolse 
ed essi diventarono corrotti ed avidi. 
Nonostante fossero al comando di un già vasto impero, 
i cui confini si estendevano dall’Italia centrale all’Egitto, 
decisero di assoggettare anche il resto del mondo 
che si affacciava sul Mediterraneo. 
Invasero altri territori finché incontrarono 
la resistenza degli elleni che, 
per quanto abbandonati dai loro alleati, 
riuscirono a respingerli.
 Mentre la guerra volgeva al termine, 
gli dei tennero concilio e decisero di punire 
l’orgoglio smisurato degli atlantidei. 
“Seguirono terremoti ed inondazioni 
di straordinaria violenza e 
nello spazio di un giorno e di una notte tremenda 
l’isola di Atlantide scomparve assorbita dal mare“. 
Durante quella stessa catastrofe, l’esercito ateniese, 
che ancora era in guerra, sprofondò nelle viscere della terra.
 Nel Crizia, Platone descrive dettagliatamente 
la società di Atlantide. L’isola era un vero paradiso, 
benedetto da ogni sorta di ricchezze: 
acque limpide a profusione, metalli preziosi, 
una vegetazione lussureggiante 
da cui si poteva ricavare un’infinita gamma di prodotti, 
dal cibo ai profumi, e c’erano svariate specie di animali, 
compresi gli elefanti. 
Se anche fosse mancato qualcosa sull’isola, 
questo veniva importato dall’impero d’oltremare. 
Di conseguenza, i re di Atlantide 
“possedevano enormi ricchezze, 
più di quante furono mai possedute da re e potentati, 
e mai lo saranno“.
 Ciascun sovrano aveva una sua città reale, 
ma la più importante, la capitale, 
era la metropoli governata dai discendenti di Atlante. 
Poseidone stesso l’aveva fondata ed aveva scavato 
una serie di anelli concentrici ricolmi d’acqua per proteggerla. 
I re che gli succedettero si prodigarono 
per abbellirla ulteriormente, 
scavarono un tunnel sotterraneo in corrispondenza 
degli anelli di terra per collegare 
fra loro i canali circolari ed unirli al vicino mare. 
Innalzarono enormi ponti e possenti mura 
attorno ad ogni anello e li rivestirono di metallo: 
quello più esterno luccicava per il bronzo, 
il successivo era di stagno, e quello più interno di orichalcum,
un metallo sconosciuto “che scintillava come il fuoco“. 
Nella parte più esterna della città ubicarono un porto, 
magazzini, caserme, ippodromi, boschetti e templi, 
mentre sull’isola, al centro, 
eressero un complesso di palazzi che era una vera meraviglia. 
Il tempio principale (dedicato a Poseidone e a sua moglie, 
la ninfa Cleito) era ricoperto di argento e di pinnacoli d’oro, 
il tetto era di solido avorio decorato con metalli preziosi. 
Era tre volte più grande del Partenone ad Atene e 
all’interno conteneva immagini dei primi re e regine di Atlantide 
ed una statua d’oro puro di Poseidone, 
che quasi toccava il soffitto: era alta 91 metri.
ARGOMENTI DA TRATTARE:
Il mito del demiurgo p.196,197
T14 - L'origine del mondo p.231
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