Come si fanno i plurali dei nomi? Ecco un elenco abbastanza completo sulle regole.
Crusca&Capital – I film o i films?
I nomi maschili che finiscono in -a al plurale finiscono in -i
– problema/problemi
– tema/temi
I nomi femminili che finiscono in -a al plurale finiscono in -e
– palla/palle
– casa/case
I nomi che finiscono in -o al plurale finiscono in -i
– mano/mani
– libro/libri
I nomi che finiscono in -e al plurale finiscono in -i
– mare/mari
– cane/cani
I nomi che finiscono in -i anche al plurale finiscono in -i
– crisi/crisi
– analisi/analisi
I nomi che finiscono con una lettera accentata al plurale non cambiano
– città/città
– caffè/caffè
I nomi che hanno una sola sillaba al plurale non cambiano
– re/re
– gru/gru
I nomi maschili che finiscono in -ca / -ga al plurale finiscono in -chi / -ghi
– collega/colleghi
– monarca/monarchi
I nomi femminili che finiscono in -ca / -ga al plurale finiscono in -che / -ghe
– amica/amiche
– banca/banche
I nomi femminili in ia (con la i forte) al plurale finiscono in ie (con la i forte)
– farmacia/farmacie
– pulizia/pulizie
I nomi femminili che finiscono in -cia / -gia e sono precedute da vocale al plurale finiscono in -cie / -gie
– ciliegia/ciliegie
– camicia/camicie
I nomi femminili che finiscono in -cia / -gia e sono precedute da consonante al plurale finiscono in -ce / ge
– provincia/province
– goccia/gocce
I nomi che finiscono in -io (con la i forte) al plurale finiscono con -ii
– rinvio/rinvii
– zio/zii
I nomi che finiscono in -io (con la i debole) al plurale finiscono con -i
– omicidio/omicidi
– bacio/baci
I nomi che finiscono in -co / -go (se hanno l’accento sulla penultima) spesso al plurale finiscono in -chi / -ghi
– ago/aghi
– fuoco/fuochi
I nomi che finiscono in -co / -go (se hanno l’accento sulla terzultima) spesso al plurale finiscono in -ci / -gi
– medico/medici
– monaco/monaci
Queste ultime due regole (in -co / -go) non sono delle vere regole ma dicono l’uso più comune. Ci sono infatti molte eccezioni:
– amico/amici, greco/greci, nemico/nemici, porco/porci
– carico/carichi, obbligo/obblighi, pizzico/pizzichi, incarico/incarichi
Crusca&Capital – Archeologhi o archeologi?
I nomi che finiscono in -logo (se sono cose) al plurale finiscono in -loghi
– dialogo/dialoghi
– monologo/monologhi
I nomi che finiscono in -logo (se sono persone) al plurale finiscono in -logi
– psicologo/psicologi
– teologo/teologi
Anche queste ultime due regole non sono vere regole ma dicono l’uso più comune. E’ possibile trovare nei testi anche forme diverse.
– psicologo/psicologhi, antropologo/antropologhi
– sarcofago/sarcofagi
In italiano ci sono poi molti plurali irregolari che non seguono nessuna regola:
– uomo/uomini, uovo/uova, dio/dèi, paio/paia, braccio/braccia, migliaio/migliaia
Crusca&Capital – Il plurale dei nomi composti
- Dividiamo le parole composte in ben dieci gruppi, che esamineremo uno per uno.
- 1. Nomi composti da un aggettivo e da un sostantivo maschile o femminile: il più delle volte formano il plurale come fossero nomi semplici, cambiando cioè solo la desinenza del secondo elemento: biancospino, biancospini;francobollo, francobolli; bassorilievo, bassorilievi; altorilievo, altorilievi;bassopiano, bassopiani; altopiano, altopiani; nerofumo, nerofumi; mezzogiorno, mezzogiorni; vanagloria, vanaglorie; falsariga, falsarighe.
- Eccezioni ormai stabilizzate: bassofondo, bassifondi; altoforno, altiforni;mezzanotte, mezzenotti (mezzogiorno invece fa regolarmente mezzogiorni); mezzaluna, mezzelune (anche separato: mezza luna, mezze lune); mezzalana, mezzelane (ma anche mezza lana, mezze lane); mezzatinta,mezzetinte (anche mezza tinta, mezze tinte); mezzamanica, mezzemaniche (anche mezza manica, mezze maniche); mezzobusto, mezzibusti (anche mezzo busto, mezzi busti).
- Purosangue invece resta invariato: i purosangue, e così mezzosangue: i mezzosangue.
- 2. Nomi composti da due aggettivi: sono più disciplinati. Formano il plurale come se fossero un unico, semplice nome, e cambiano solo la desinenza finale: chiaroscuro, chiaroscuri; pianoforte, pianoforti; sordomuto,sordomuti; sordomuta, sordomute.
- La stessa regola vale anche quando i due aggettivi, invece di un nome, formano un altro aggettivo: grigioverde, grigioverdi; agrodolce, agrodolci;sacrosanto, sacrosanti; rossonero, rossoneri; nerazzurro, nerazzurri; giallorosso, giallorossi; bianconero, bianconeri e così via tutto il campionato di calcio.
- 3. Nomi composti da un sostantivo maschile o femminile e da un aggettivo: formano il plurale cambiando la desinenza sia del primo sia del secondo termine, si comportano cioè come se fossero separati: caposaldo, capisaldi; fabbroferraio, fabbriferrai; cartapesta, cartepeste;
- acquaforte, acqueforti;collotorto, collitorti; casamatta, casematte; cassaforte, casseforti;terracotta, terrecotte; gattamorta, gattemorte. Eccezione ormai stabilizzata: palcoscenico che fa al plurale palcoscenici.
- 4. Nomi composti da due sostantivi: distinguiamo due casi.
- Se i sostantivi sono dello stesso genere (entrambi maschili o entrambi femminili) modificano nel plurale solo la desinenza finale: arcobaleno,arcobaleni; cartapecora, cartapecore; pescecane, pescecani; melograno,melograni; madreperla, madreperle; cassapanca, cassapanche;toporagno, toporagni.
- Se invece i due sostantivi sono di genere diverso variano nel plurale solo il primo elemento: grillotalpa, grillitalpa; pescespada, pescispada;pescesega, pescisega; pesceluna, pesciluna. Eccezioni stabilizzate:boccaporto fa boccaporti, banconota fa banconote, ferrovia fa ferrovie.
- 5. Nomi composti da una forma verbale e da un sostantivo plurale: nel plurale restano invariati (si cambierà naturalmente solo l’articolo); il battipanni, i battipanni; il guardasigilli, i guardasigilli; il segnalinee, i segnalinee; il guastafeste, i guastafeste; il portapenne, i portapenne; lo schiaccianoci, gli schiaccianoci; il baciapile, i baciapile.
- 6. Nomi composti da una forma verbale e da un sostantivo singolare maschile: variano nel plurale la desinenza del sostantivo: grattacapo,grattacapi; coprifuoco, coprifuochi; copricapo, copricapi; copribusto,copribusti; passaporto, passaporti; parafango, parafanghi; rompicollo, rompicolli; passatempo, passatempi; perditempo, perditempi; segnalibro,segnalibri.
- Prima avvertenza importante: seguono la stessa regola anche le parole composte con una forma verbale più mano, sebbene femminile, forse per analogia con la terminazione in – o: asciugamano, asciugamani; baciamano,baciamani; paramano, paramani; corrimano, corrimani.
- Seconda avvertenza: certi composti di questo gruppo indicano qualità riferita a persona, che può essere maschio o femmina: per es. un ficcanaso, ma anche una ficcanaso, un rompicollo ma anche una rompicollo. Come ci regoleremo nel plurale? Se si riferisce a maschio faremo plurale il secondo elemento: i rompicolli, i ficcanasi; se a femmina, lo lasceremo invariato: le rompicollo, quelle ficcanaso.
- 7. Nomi composti da una forma verbale e da un sostantivo singolare femminile: il nome composto risultante è prevalentemente di genere maschile, e nel plurale resta invariato: il portacenere, i portacenere; il portafrutta, i portafrutta; lo spazzaneve, gli spazzaneve; il portabandiera, i portabandiera; il cavalcavia, i cavalcavia; lo scioglilingua, gli scioglilingua; l’aspirapolvere, gli aspirapolvere; il battistrada, i battistrada.
- Eccezioni ormai consolidate nell’uso: il cacciavite, i cacciaviti (ormai raro i cacciavite); il salvagente, i salvagenti.
- 8. Nomi composti da due forme verbali: restano inviariati nel plurale. Il dormiveglia, i dormiveglia; il parapiglia, i parapiglia; il saliscendi, i saliscendi; il fuggifuggi, i fuggifuggi.
- 9. Nomi composti da una preposizione o da un avverbio e da un sostantivo hanno due comportamenti diversi.
- Se il nome composto è dello stesso genere del sostantivo componente, nel plurale si declina questo sostantivo: il sottufficiale, i sottufficiali; il soprammobile, i soprammobili; il surgelato, i surgelati; il contrordine, i contrordini; il dopopranzo, i dopopranzi; il sottaceto, i sottaceti; il contrabbando, i contrabbandi; il lungarno, i lungarni; il lungomare, i lungomari; il lungofiume, i lungofiumi; il lungolago, i lungolaghi; la soprascarpa, le soprascarpe, l’anticamera, le anticamere; l’intervista, le interviste. Eccezione, il fuoribordo, i fuoribordo, che resta indeclinabile. Quanto a lungopo, il problema di un plurale non si pone: il nome Po è indeclinabile, e tale rimane il nome composto: i lungopo.
- Se invece il sostantivo componente è di genere diverso rispetto al nome composto, il plurale resta invariato: il sottobottiglia, i sottobottiglia; il sottocoda, i sottocoda; il sottopancia, i sottopancia; il sottoscala, i sottoscala; il retroterra, i retroterra.
- 10. Nomi composti con capo più un sostantivo. Li dividiamo in due categtorie, a seconda della funzione che ha la componente capo.
- Prima categoria: capostazione. Qui capo ha funzione di soggetto.
- Seconda categoria: capocronista. Qui capo ha funzione di semplice attributo.
- Per capirlo, proviamo a ribaltare la parola. Ecco: capostazione non può diventare stazione-capo, mentre capocronista può diventare cronista-capo.
- Noi daremo la forma plurale solo all’elemento principale del composto: nel primo caso a capo: i capistazione, nel secondo a cronista: i capocronisti. Qualche altro esempio della prima categoria: capoclasse, il capo della classe, caporeparto, il capo del reparto, e ancora capoturno, caposquadra,capotreno, caposervizio, capofamiglia, capodivisione, capofila,capoposto, caposezione. Il primo elemento è preminente, e lo metteremo al plurale: capiclasse, capireparto, capiturno, capisquadra, capitreno,capiservizio, capifamiglia, capidivisione, capifila, capiposto, capisezione. Se il nome è al femminile, la componente capo rimarrà invariata: le capostazione, le capoclasse, le caporeparto, le capoturno, le caposquadra,le capotreno eccetera.
- Passiamo ora ad esempi della seconda categoria: capomacchinista: potremmo benissimo dire macchinista-capo. E così capotecnico,caporedattore, capocomico, capocuoco: qui è preminente il secondo elemento, e sarà questo solo che faremo plurale: capomacchinisti,capotecnici, caporedattori, capocomici, capocuochi. Seguono questa regola anche capoluogo, capolavoro, capoverso, capodanno che al plurale diventano capoluoghi, capolavori, capoversi, capodanni. Se il nome è al femminile, se ne farà regolarmente il plurale femminile: la capotecnica, le capotecniche; la capocomica, le capocomiche; la capocuoca, le capocuoche; la capomastra, le capomastre; la capocronista, le capocroniste; la caporedattrice, le caporedattrici eccetera.
- Ora attenzione: caposaldo non segue queste regole e fa al plurale capisaldi perché non è il composto di capo più un sostantivo, ma di capo più un aggettivo: vedi al punto 3.
- Per finire, a volte la parola capo viene dopo il nome cui si riferisce e si scrive separata: consigliere capo, redattore capo e simili. Qui capo, è “apposizione”, come se dicessimo “che è a capo”: consigliere, commesso, redattore “che è a capo” di altri consiglieri, di altri commessi, di altri redattori. Resta pertanto invariato nel plurale. Diremo perciò il consigliere capo e i consiglieri capo, il redattore capo e i redattori capo. Per la donna avremo la commessa capo, la redattrice capo, che pure rimangono invariate nel plurale: le commesse capo, le redattrici capo.