new economy, vecchio sfruttamento

... uso le mie risorse per creare infrastrutture che consentiranno di inviare l'equipaggiamento pesante in tal modo le generazioni future potranno svolgere un incredibile attività imprenditoriale nello spazio ...

INTRO

La Terra ormai non è grande abbastanza per Jeff Bezos. 
Amazon è il maggior negozio del pianeta e il suo fondatore ha un'ossessione: vendere di tutto subito e ovunque. Amazon deve soddisfare all'istante i desideri dei clienti, ha rivoluzionato il commercio e il nostro modo di consumare, è riuscita addirittura a comprimere il tempo e lo spazio. Amazon sta conquistando la Terra ma Bezos vuole ancora di più. Quale futuro ci vuole imporre e a che prezzo?
Amazon è spesso citata come un esempio di un nuovo modello di capitalismo perché la sua attività si basa sulla combinazione di tecnologie avanzate, logistica altamente efficiente e strategie di prezzo aggressivo che hanno rivoluzionato il modo in cui le persone fanno acquisti online.

Ci sono diversi modi in cui Amazon può essere considerato un nuovo modello di capitalismo:

• Economia di scala: Amazon ha costruito una vasta rete di magazzini e centri di distribuzione in tutto il mondo, consentendo alla società di utilizzare l'economia di scala per ridurre i costi e aumentare l'efficienza nella produzione e nella distribuzione.
• Piattaforma tecnologica: Amazon ha sviluppato una vasta piattaforma tecnologica che collega venditori e acquirenti di tutto il mondo, fornendo ai consumatori un'esperienza di acquisto facile e veloce.

• Cloud computing: Amazon è diventata uno dei principali fornitori di servizi di cloud computing al mondo attraverso la sua piattaforma AWS, che fornisce servizi di archiviazione dati, elaborazione e distribuzione.

• Dominanza di mercato: Amazon ha raggiunto una posizione di dominanza nel mercato dell'e-commerce, con una quota di mercato di oltre il 50% negli Stati Uniti.

• Diversificazione: Amazon ha esteso la propria attività in molte altre aree, come l'assistenza sanitaria, l'intelligenza artificiale, l'energia rinnovabile e lo spazio.

Tuttavia, alcuni critici sostengono che il successo di Amazon si basa anche su pratiche commerciali che hanno effetti negativi sui lavoratori, sui concorrenti e sull'ambiente. Ad esempio, Amazon ha ricevuto critiche per le condizioni di lavoro nei suoi magazzini, la mancanza di tutele per i lavoratori autonomi che vendono sui suoi siti web, la concorrenza sleale con le piccole imprese e l'impatto ambientale negativo della sua attività di spedizione e logistica.

BAGAGLIO

* Karl Marx 
* Utilitarismo e Liberismo

STRUMENTI

* L'impero Amazon, Norther World
* Karl Marx aveva ragione, Internazionale
* Kohei Saito, Il capitale nell'antropocene 
* Prosperità senza crescita, Tim Jackson
* I limiti dello sviluppo, Club di Roma

DESCRIZIONE

Tutto ha inizio nel 1994 nella periferia di Seattle, Jeff Bezos, trentenne, esperto di finanza, crea Amazon nel garage di casa. A quel tempo c'erano solo due impiegati che spedivano meno di venti libri al giorno. Quasi trent'anni dopo Amazon spedisce milioni di pacchi al giorno possiede oltre 250 magazzini e consegna a domicilio in tutti i continenti. Amazon è una potenza invisibile che stende i suoi tentacoli in tutti i settori dell'economia, niente le sfugge. E' cresciuta in fretta inosservata perché fisicamente non esiste, salvo in poche località, creando posti di lavoro ma contemporaneamente distruggendone molti altri. Gli Stati Uniti hanno perso 85 mila piccole aziende indipendenti e 35 mila piccole e medie fabbriche. Certo non è l'unica responsabile di questa ecatombe ma è di sicuro la principale responsabile.
La critica al capitalismo non è una novità, ma ora, ci sono troppe cose che non funzionano più: insieme alla globalizzazione sta andando in frantumi anche il modello di crescita economico e, mentre il mondo si trincera in blocchi contrapposti, aumenta il divario tra ricchi e poveri, la quasi totalità degli obiettivi climatici non è stata raggiunta e la politica non riesce a riparare le crepe del sistema. Da più parti s'invoca un nuovo ordine economico e spesso la richiesta arriva da fonti insospettabili. Il Financial Times, portavoce internazionale dei mercati finanziari, ha annunciato che per il neoliberismo è arrivato il momento di uscire di scena: ora tocca allo stato. Molti segnali indicano che il capitalismo si è lasciato alle spalle la sua età dell'oro. La globalizzazione è fuori controllo, la ricchezza finisce quasi per intero al 10 per cento più ricco della popolazione, il consumo irresponsabile delle risorse rovina il pianeta. Si discute dell'opportunità di privilegiare finalmente gli interessi della collettività rispetto a quelli degli azionisti. Meno mercato, più stato e meno crescita. E' possibile andare avanti mantenendo l'ordine economico attuale, quello di un capitalismo che distrugge l'ambiente, pretende un aumento continuo di consumi, profitti e crescita, e moltiplica le ingiustizie? Un esempio: invece di sovvenzionare l'acquisto di auto, lo stato dovrebbe incentivare il carsharing, potenziare le ferrovie e le piste ciclabili. Dovrebbe fare cose da cui tutti possano trarre beneficio. Un'economia dunque orientata al bene comune. Per avere successo nel lungo periodo un sistema economico deve migliorare il tenore di vita del maggior numero di persone possibili. Il collasso del pianeta potrà essere fermato solo da un sistema postcapitalista senza più crescita, in cui la produzione rallenta e la ricchezza è redistribuita in modo mirato. 
 
Amazon è il simbolo della trasformazione dell'economia americana, controlla un mercato che ormai non è più tale ma è un'arena privata in cui l'azienda detta le regole, stabilisce chi ha i posti migliori, la posizione più vantaggiosa, chi può vendere e in che modo, chi e come può comunicare con i suoi consumatori e qual è il prezzo che deve pagare. Si comporta effettivamente come un monopolio nel senso tradizionale del termine. Monopolio non significa per forza che esiste un'unica azienda, la vera definizione di monopolio è la presenza di un'azienda che controlla l'accesso al mercato degli altri attori economici e ha tutto il potere nelle sue mani. Infatti, queste grandi aziende possono permettersi di perdere soldi per anni, hanno le tasche abbastanza profonde per affrontare perdite ingenti, creano il loro mercato, il loro monopolio e scatenano una guerra commerciale. Vendono sottocosto e possono sopravvivere per cinque o sette anni, sono pronte a perdere molti soldi pur di conquistare fette di mercato. Questa è la strategia di Jeff Bezos.
Nonostante questo rischio il boss di Amazon conserva la fiducia dei mercati finanziari, il valore delle azioni cresce senza sosta. Durante i primi sei anni di attività Amazon ha accumulato un deficit di circa 3 miliardi di dollari vendendo libri in perdita, ma ha funzionato, oggi infatti ha una quota di mercato superiore al 50 per cento. Le aziende non possono vendere in perdita, falliscono e Amazon prende il loro posto perché è l'azienda che può perdere più soldi di qualunque altra.
Jeff Bezos ha lavorato a Wall Street in un grande fondo di investimento quindi sa cosa vogliono gli investitori. Bezos ripete di continuo che Amazon ha una strategia a lungo termine, promette che la sua creatura in futuro diventerà gigantesca convincendo gli investitori a puntare su questa visione. Per questo, Wall Street ha sempre sostenuto la società durante gli anni in cui perdeva molti soldi e anche quando guadagnava pochissimo. Bezos ha saputo imporre la sua visione a lungo termine in un'economia basata sul guadagno rapido e grazie alla fiducia degli investitori ha potuto rendere disponibili con un solo click tutte le merci del mondo. 
L'ideale dell'accessibilità assoluta è nata a San Francisco, capitale della controcultura americana. Google, Apple, Facebook e Amazon sono le inaspettate eredi degli hippy californiani, quei migliaia di giovani che, negli anni sessanta, rifiutano la società industriale, la guerra in Vietnam e la bomba atomica. Adorano la LSD, i minibus Volkswagen e i prodotti di consumo dei quali volevano impossessarsi per usarli in modo alternativo e fondare così una società diversa basata sulla condivisione e sull'ambizione personale. Questi decidono di tornare alla natura e di vivere in comunità fondate su nuovi valori: nascono le comuni. 
Il consumo doveva costituire le fondamenta di una società in cui ogni individuo potesse realizzarsi. Viene fondata la rivista Il catalogo dell'intero mondo, una pubblicazione che permetteva ai membri delle comuni di trovare tutto ciò che serviva per cavarsela da soli, indicando loro dove acquistare il necessario.
Gli informatici della Silicon Valley quando hanno scoperto questo universo hanno iniziato a vedere il computer come lo strumento capace di realizzare quanto promesso dal catalogo mondiale. Nella volontà di creare un sistema capace di fornire qualunque cosa e di migliorare la nostra vita Amazon è identica quel catalogo ma è online. Le affinità tra gli hippie e Wall Street finiscono qui. 
Jeff Bezos in nome di un liberismo quasi assoluto vorrebbe ridurre al minimo il potere dello stato. Secondo il padrone di Amazon il mondo sarebbe migliore se in economia non ci fossero leggi e regole. Ma Amazon ha distrutto la visione sociale degli hippie, la loro speranza di un mondo migliore grazie al consumismo e ai sistemi interconnessi. Amazon ha rilanciato l'idea del catalogo dimenticando la visione sociale su cui esso si basava.
Inoltre ha disumanizzato il lavoro perché si basa sulla ripetitività di gesti guidati da uno scanner che dice dove andare, quali sequenze di movimenti compiere per seguire gli ordini del computer. La novità è che non solo si lavora come una macchina ma si è controllati dalle macchine e se non si riesce a seguire il ritmo imposto si viene scartati e licenziati. Se una mansione viene davvero eseguita 500.000 volte all'anno è difficile evitare il burnout a impiegati che vengono trattati come robot. 
In Europa soprattutto, Jeff Bezos si scontra con Stati in cui i diritti dei lavoratori hanno molta importanza e vengono difesi con forza. I lavoratori rivendicano soprattutto aumenti di stipendio e migliori condizioni lavorative. La politica riuscirà a porre un freno allo strapotere di Amazon? E cosa accade quando i governi diventano clienti di Amazon? Jeff Bezos cura abilmente i rapporti con i vari governi del mondo ma soprattutto il vecchio continente sembra sempre meno conciliante nei suoi riguardi. 
Nel 2017 per la prima volta la commissione europea ha attaccato direttamente Amazon prendendo di mira gli espedienti fiscali dell'azienda. Ha deciso, infatti, di considerare illegali i vantaggi fiscali ottenuti da Amazon con un accordo concesso dal Lussemburgo che gli ha permesso di ridurre le imposte per otto anni dal 2006 al 2014. Amazon non realizza per forza dei profitti però crea valore in borsa, i soldi si fanno vendendo e acquistando azioni non con i profitti dell'attività imprenditoriale. L'Europa tenta così di introdurre una tassa pensata per le cosiddette GAFA, invece che sul profitto l'imposta verrebbe calcolata sulla cifra d'affari. Questi colossi infatti si stabiliscono in paesi dove l'onere fiscale è basso. Ogni volta che riceviamo un pacco siamo contenti e orgogliosi dell'efficienza del servizio ma cosa succede se cominciamo a chiederci quanto contribuiamo a creare qualcosa che non rende affatto migliore e chi sta decidendo del nostro futuro? 
Amazon domina il commercio online ma è anche la numero uno in un altro settore strategico: il cloud, il servizio di immagazzinamento dei dati online che vengono stoccati in data center, gli immensi edifici pieni di server. 
Un grandissimo numero di servizi on line basa la propria infrastruttura tecnica su quella Amazon: quando prenotiamo un volo su Expedia (il sito è un cliente di Amazon, quando leggiamo il New York Times o altri giornali on line. Più di un terzo delle informazioni disponibili nel cloud è ospitato su server che appartengono ad Amazon. Amazon di solito è considerata un sito di commercio online ma è un errore, l'azienda infatti vuole controllare tutta l'infrastruttura della nostra economia, vuole diventare l'interfaccia di tutti i venditori e di tutti gli acquirenti. E se si è una piccola azienda che vuole lanciarsi nel commercio online diventa vantaggioso farsi ospitare da Amazon con i suoi servizi. I dati raccolti poi, analizzando la stessa attività, vengono usati per assorbire quest'ultima. L'egemonia di Amazon è fonte di preoccupazione per molte industrie perché l'azienda è, al contempo, il cliente principale e il maggior concorrente. La tecnologia è affascinante e ci permette di fare grandi cose ma può anche essere una minaccia per la democrazia, un pericolo per il commercio e una minaccia per noi i consumatori. 
A Seattle Amazon impone già la sua visione del futuro, a prima vista sembra un mondo ideale: ai piedi della sede di Amazon una serie di sfere di vetro ospita una lussureggiante foresta tropicale, un biotopo urbano frutto dell'alta tecnologia dove i dirigenti lavorano in armonia con una natura addomesticata. 
Migliaia di giovani venuti da ogni parte del mondo sono assunti dalla società di Bezos e godono del cosiddetto "stile di vita Amazon". Beneficiano delle innovazioni dell'azienda come ad esempio dei Locker, dove è possibile ritirare i pacchi a qualsiasi ora, oppure gli Amazon Go, supermercati senza cassa dove il cliente entra con lo smartphone acquista e il computer gli addebita tutto sul suo conto automaticamente.  
Ma di notte questo idilliaco scenario cambia in modo drammatico e radicale: il costo degli affitti a Seattle aumenta ogni anno del 10 per cento, le classi sociali meno abbienti pur lavorando non riescono a trovare alloggi accessibili al loro portafoglio. Il consiglio comunale propose di introdurre una nuova tassa le grandi aziende tra cui Amazon per finanziare la costruzione di alloggi a pigione moderata. La società invece ha deciso di finanziare chi si opponeva alla tassa lanciando una campagna per affossare il progetto. Poi Jeff Bezos ha annunciato il lancio della sua politica a favore dell'alloggio: un fondo privato aiuterà le famiglie in tutti gli Stati Uniti. Questo è un segnale d'allarme: un governo deve essere in grado di governare in modo da garantire la difesa dei più deboli con interventi di pubblico interesse fatti da chi è stato eletto democraticamente e non da un Ceo o da una multinazionale che un giorno versa i soldi e un altro no.
Il capitalismo insinua che l'essere umano è inevitabilmente portato a desiderare sempre di più: più soldi, più proprietà e ancora altro. Oggi solo gli economisti credono che questo sia l'unico modello possibile. E' arrivato il momento di imprimere una nuova direzione al modello capitalista. 
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