la percezione visiva

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“Le cose visibili possono essere invisibili. Se qualcuno va a cavallo in un bosco, prima lo si vede, poi no, ma si sa che c’è. Nella Firma in bianco, la cavallerizza nasconde gli alberi e gli alberi la nascondono a loro volta. Tuttavia il nostro pensiero comprende tutti e due, il visibile e l’invisibile. E io utilizzo la pittura per rendere visibile il pensiero”. R.Magritte

Gestalt

I cinque sensi. Il mondo, la percezione, il cervello

La percezione è il processo psichico che opera la sintesi dei dati sensoriali in forme dotate di significato. Gli assunti allo studio della percezione variano a seconda delle teorie e dei momenti storici.

È possibile operare una prima distinzione tra la sensazione legata agli effetti immediati ed elementari del contatto dei recettori sensoriali con i segnali provenienti dall’esterno e in grado di suscitare una risposta e la percezione che corrisponde all’organizzazione dei dati sensoriali in un’esperienza complessa ovvero al prodotto finale di un processo di elaborazione dell’informazione sensoriale da parte dell’intero organismo.
I processi che ne stanno alla base sono di due tipi: la categorizzazione e l’identificazione.
La categorizzazione è il processo mediante il quale assegnamo un oggetto a una categoria. Ad esempio, un oggetto di forma sferica, liscio e con un picciolo in mezzo fa parte della categoria frutta. Dopo aver fatto questo dobbiamo “identificare l’oggetto”, ovvero dargli un nome. L’oggetto liscio e sferico col picciolo in mezzo si chiama mela (processo di identificazione.) Sia la categorizzazione sia l’identificazione richiedono processi cognitivi elevati, come ad esempio tutto ciò che sappiamo sull’oggetto, le impressioni che ci siamo fatti su di esso.

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L’occhio riceve lo stimolo esterno luminoso che, passando attraverso il cristallino, forma sulla retina l’immagine capovolta. Poi, tramite il nervo ottico, l’immagine passa al cervello che la elabora, capovolgendola ancora.Gli stimoli sensoriali, che arrivano sulla retina e determinano il campo visivo, vengono elaborati dal cervello: cosa ci permette di individuare e distinguere i vari oggetti nell’insieme degli stimoli stessi?

Vedere e distinguere gli oggetti significa organizzare una parte del campo visivo, separata da contorni, come figura in primo piano e spostare il resto in secondo piano, considerato come sfondo.

Un ruolo molto importante è svolto dai margini: infatti essi hanno una “funzione unilaterale”, servono cioè a delimitare solo quelle parti del campo visivo che hanno carattere di figura, mentre la zona interfigurale, che assume fenomenicamente carattere di sfondo, è priva di forma: non ha cioè margini chiarimenti distinti.

Nelle figure che avrai la possibilità di vedere in seguito è affrontato il fenomeno appena esposto che può essere determinato da diversi fattori visivi, ecco alcuni esempi:

il contrasto dei contorni concavi e convessi;

il contrasto dei colori;

la grandezza delle figure (che porta a considerare la zona più piccola come figura);

le parti più vicine (che tendono a raggrupparsi) …


Color Illusion: un puntino da fissare, battendo regolarmente le palpebre, posto tra due quadrati colorati. Alla fine, cambieranno colore?

l’orientamento spaziale (tende ad essere “figura” la zona del campo i cui gli assi coincidono con le direzioni principali dello spazio: la verticale e la orizzontale);

Quando non agiscono delle condizioni che regolano il rapporto figura-sfondo, privilegiando una parte del campo visivo sulle altre, entra in campo la soggettività dell’osservatore.

percezione e grafica

IL FENOMENO PRESO IN CONSIDERAZIONE E’ L’INVERSIONE  DEL RAPPORTO TRA LA FIGURA E LO SFONDO. 

LE LINEE CHE DEFINISCONO I MARGINI DI CERTE FIGURE POSSONO DARE ORIGINE A DUE IMMAGINI O A DUE SAGOME DIVERSE. 

PER LA NOSTRA MENTE E’ DIFFICILE PERCEPIRE SIMULTANEAMENTE DUE IMMAGINI SIGNIFICATIVE. PERTANTO, PER PERCEPIRE LE DUE POSSIBILI “SOLUZIONI PERCETTIVE”, SI DOVRA’ INVERTIRE ALTERNATIVAMENTE CIO’ CHE E’ VISTO COME “FIGURA” CON CIO’ CHE E’ VISTO COME “SFONDO”.

Se vuoi osservare il fenomeno clicca sulle seguenti parole calde:

Angeli o diavoli

Cigni

Giorno o notte

Pipa o viso

Tua moglie o tua suocera

percezione e grafica (2)

LE FIGURE IMPOSSIBILI

 


PERCEZIONE DEI TONI: illusione dei toni di scuro e chiaro

La geometria e le sue regole applicate al disegno ci permettono di rappresentare quello che vediamo in modo tale che il cervello lo ritenga simile alla realtà. Questo metodo ci consente anche di “ingannare” l’occhio e di rappresentare oggetti o spazi in false prospettive e renderli “impossibili”.

 

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Che cosa rappresenta la figura?

 

La trave obliqua destra è perpendicolare alla trave obliqua sinistra che è rivolta verso di noi, mentre la trave sinistra, anch’essa perpendicolare alla base, si allontana da noi.

E allora come fanno le travi di destra e di sinistra ad incontrarsi?

 

La “cosa” che l’occhio percepisce non è una cosa reale e possibile!   Per qualche secondo, però l’occhio è riuscito ad ingannare il cervello: è questa la caratteristica delle FIGURE IMPOSSIBILI.

 

ILLUSIONE DEL CUBO: un cubo impossibile sul muro

Altre figure impossibili:

CASCATA

SALE O SCENDE?

L’ERRATA COSTRUZIONE

ALTRE FIGURE IMPOSSIBILI

IL TRIANGOLO IMPOSSIBILE                                                                                           

ILLUSIONI OTTICHE E DEFORMAZIONI

Le figure percepite sono sempre una esatta interpretazione dei segni esterni che la compongono?

Le forme, le dimensioni e l’orientamento delle figure percepite corrispondono esattamente alla realtà esterna?

In questa sezione abbiamo cercato di mostrare alcuni fenomeni a cui la nostra mente non riesce a dare un’interpretazione logica, coerente e soprattutto aderente alla realtà fisica e sensoriale.

Abbiamo esaminato diversi casi, cercando di spiegarne le cause: 

BINARIO

DRITTO O STORTO

CERCHIO O SPIRALE

LUNGO O CORTO

Il RICCIO

RELAZIONE FRA STIMOLI ESTERNI E FIGURE PERCEPITE

E’ proprio vero che i contorni e le superfici che noi percepiamo esistono sempre nella realtà esterna? O siamo noi che, per facilitare la lettura dell’immagine, inseriamo contorni e piani inesistenti?

Certe combinazioni di figure incomplete danno luogo a contorni chiaramente visibili anche quando non esistono fisicamente. Tali contorni sono quindi una creazione del nostro sistema visivo. Clicca sui nomi delle figure per saperne di più!

Triangolo Fantasma

Tale fenomeno può essere esteso anche alla generazione di angoli, oltre che contorni anomali, possiamo osservare come tratti incompleti possano dare origine a figure, fisicamente inesistenti.

Cerchio e quadrato fantasma

Anche con l’eliminazione di alcuni tratti da un’immagine, come può essere un insieme di bolle disposte in modo irregolare. Essa infatti non è una caratteristica essenziale delle figure inducenti la formazione di contorni e angoli anomali.

Cubo fantasma

Oltre a ciò, possiamo sperimentare che nella nostra esperienza visiva, si creano semplici linee che attraversano una regione cromaticamente omogenea. Da un punto di vista fisico, anche le linee possono considerarsi come strisce di colore uguale, con propri contorni; come fenomeno il carattere di superficie è assente e si impone quella della “linea”.

Rettangolo Fantasma

Il Fantasma

Alcune regole del campo visivo 

e del fenomeno della percezione visiva

Continuità di direzione

Esistono dei fattori e delle condizioni che agiscono sulla percezione permettendo il formarsi di determinate figure invece che di altre? Proviamo a rispondere con i seguenti esempi:

  1. Piovra o due linee
  2. Altri esempi di buona continuità
Si chiama “continuità di direzione”  quel fattore, nella esempio sopra ,che consente a tutti di vedere la figura nello stesso modo. Nella percezione agisce anche un altro fenomeno detto “esperienza vissuta”

Vicinanza

E’ quel particolare fenomeno che interferisce nella percezione di un’immagine in cui il nostro cervello tende a percepire, in un insieme di oggetti uguali, quelli che hanno la posizione più vicina fra loro.

I seguenti esempi rappresentano il fenomeno. Sono per lo più situazioni in cui si varia la distanza delle figure per aiutare alla comprensione del fenomeno.

  1. Punti
  2. Distanza fra punti

Chiusura

E’ a questo fattore che si deve probabilmente l’ emergenza del triangolo fantasma del triangolo impossibile.Se seguirai le spiegazioni degli esempi potrai constatare che le linee seguono la tendenza alla forma chiusa che prevale nettamente sulla continuità di direzione e della vicinanza.

  1. Strade o giardini

LA PERCEZIONE VISIVA

di un oggetto o di un’immagine, consiste nella presa di coscienza della realtà. L’osservatore, per capire un’immagine, deve leggerla ed attribuirle dei significati, che derivano dalla propria cultura e dalle esperienze fatte in precedenza. Il processo della percezione, infatti, non è solo un fenomeno ottico in quanto coinvolge anche la mente umana.
La nostra percezione organizza e collega gli elementi che compongono l’immagine secondo regole di connessione o suddivisione, che, interagendo, si rafforzano a vicenda. All: percezione

Ernst Gombrich: arte e percezione.

Il Segreto oltre la Materia

mondo in cui pensiamo di abitare e che chiamiamo “mondo esterno” viene percepito all’interno del nostro cervello. Tuttavia, qui sorge una domanda di primaria importanza. Se tutti gli eventi fisici che conosciamo sono, intrinsecamente, delle percezioni, che dire del nostro cervello stesso? Dal momento che i nostri cervelli fanno parte del mondo fisico, proprio come le braccia, le gambe, o qualsiasi altro oggetto, anch’esso deve essere una percezione, proprio come tutti gli altri oggetti.

Il cervello è un insieme di cellule costituite di molecole proteiche e lipidiche. È formato da cellule nervose chiamate neuroni. Non esiste, in questo pezzo di carne, un potere che osservi le immagini, che costituisca la coscienza, o crei l’essere che chiamiamo “me stesso”.

Un esempio riguardante i sogni chiarirà ulteriormente l’argomento. Immaginiamo di percepire il sogno nel nostro cervello, secondo quanto è stato detto finora. Nel sogno, avremo un corpo immaginario, un braccio immaginario, un occhio immaginario, e un cervello immaginario. Se durante il nostro sogno ci venisse chiesto: “Dove vedi?”, risponderemmo: “Vedo nel mio cervello”. Tuttavia, in realtà non c’è alcun cervello di cui parlare, ma una testa immaginaria e un cervello immaginario. Colui che vede le immagini non è il cervello immaginario del sogno, ma un “essere” che è di gran lunga “superiore” ad esso.

Sappiamo che non esiste alcuna distinzione fisica tra lo scenario di un sogno e quella che noi chiamiamo la vita reale. Di conseguenza, quando, nella situazione che noi chiamiamo vita reale, ci viene posta la già menzionata domanda “Dove vedi?”, rispondere “nel mio cervello” non avrebbe senso, come nell’esempio di cui sopra. In entrambe le condizioni, l’entità che vede e percepisce non è il cervello, che, dopo tutto, è solo un pezzo di carne.

Quando analizziamo il cervello, vediamo che in esso non c’è altro che molecole di lipidi e di proteine, che esistono anche in tutti gli altri organismi viventi. Ciò significa che, nel pezzo di carne che noi chiamiamo “cervello”, non c’è nulla che osservi le immagini, che costituisca la coscienza, o che crei l’essere che noi chiamiamo “me”.

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L’opera “Two Birds” di M.C. Escher (1938) è un chiaro esempio di come si possa giocare con i principi della percezione individuati dalla scuola della Gestalt per realizzare opere dall’impatto visivo particolare ed efficace.

La cosiddetta teoria della forma studia il modo in cui organizziamo gli stimoli visivi affermando che la nostra mente è orientata a percepire elementi semplici come un’insieme organizzato piuttosto che come oggetti distinti: l’insieme è più della somma delle sue parti. La teoria postula una serie di principi utili che trovano un campo di applicazione molto ampio, ma in questo ambito ci interessa capire quali sono le loro implicazioni nel graphic design.

  • Principio della figura/sfondo: le figure vengono percepite prima di tutto dal proprio contorno, il resto viene inteso come sfondo. Più la figura sarà in contrasto con il proprio sfondo più essa sarà riconoscibile ed importante. Conosciuto ai grafici come contrasto, ci può aiutare a creare gerarchie di importanza tra i diversi contenuti, sia testuali che non.

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  • Principio della prossimità o vicinanza: gli elementi tra loro vicini vengono raggruppati dalla mente in funzione della distanza, percependoli come un tutto. Come si vede nella figura sottostante, le rette non vengono percepite singolarmente ma in serie di due, ed emergono tre colonne strette e non due larghe. Questo principio è spesso usato per rendere più chiara la struttura della pagina, attraverso la divisione in paragrafi.

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  • Principio di somiglianza o similitudine: tendiamo a raggruppare gli elementi simili tra loro per forma, colore e dimensione e a considerarli come un’unica unità. In grafica usare elementi con caratteristiche simili serve a fornire innanzitutto ritmo alla composizione, ma anche a collegare informazioni rendendole più accessibili. Un esempio tipico che incontriamo negli impaginati è l’elenco puntato per la parte testuale e di cornici o elementi ricorrenti per le impaginazioni grafiche.

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  • Principio di chiusura: si riferisce alla capacità percettiva per cui linee e forme familiari vengono percepite come chiuse e complete, anche se graficamente non lo sono. Per l’impaginazione questo meccanismo è molto importante: ciò che è rappresentato sulla pagina viene percepito non solo per le sue caratteristiche evidenti ma anche in base agli allineamenti e spazi tra le forme che crea nello spazio. Meccanismo molto sfruttato per la creazione di loghi o come escamotage per sfuggire alla mancanza di spazio lasciando parlare lo “spazio immaginato”.

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Questi principi, che sono solo una parte di quelli presentati dalla teoria della forma, ci permettono di individuare una nuova lettura dello spazio grafico: non un foglio bianco in cui inserire elementi a sé stanti ma una superficie in cui questi ultimi si equilibrano o sbilanciano in base alle scelte organizzative e compositive.

 


Ames’ Window

The Room Illusion

PERCEZIONE DEL MOVIMENTO
eppur si muove! Due figure statiche che si incontrano creano l’illusione del movimento che non c’è.

BRAIN TEST:EMISFERI CEREBRALI
probabilmente il più celebre test sugli emisferi cerebrali, quello della ballerina.
In che direzione sta ruotando? E, soprattutto, sta ruotando?
L’immagine non è manipolata al computer; scomposta, è fatta sempre
della stessa sequenza di fotogrammi di animazione. Abbiate pazienza: se vi sembra che nulla cambi, continuate…

AWARENESS TEST
altro celebre test, stavolta riguarda l’attenzione e la consapevolezza.
Contate i passaggi di palla che si scambiano i giocatori della squadra bianca.

Qui si possono consultare alcuni file sull’argomento:

la percezione

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