giordano bruno, l’eroico furore

... or ecco, vi porgo la mia contemplazione circa l'infinito, universo e mondi innumerabili ...

INTRO

inaugurata nel 1989, la statua di Giordano Bruno in Campo dei fiori, nell'esatto luogo in cui fu arso vivo, è diventata il simbolo della libertà di pensiero contro ogni forma di censura. Il filosofo volge le spalle al Cupolone ed è rappresentato con un cappuccio scuro, sotto il quale si scorge un volto tenebroso e con gli occhi rivolti in basso; si narra, infatti, che egli abbia distolto lo sguardo dal crocifisso che gli veniva mostrato per un estremo pentimento. Da allora Campo dei fiori è divenuto il luogo simbolo di molte battaglie e manifestazioni libertarie, ad esempio quelle in favore della laicizzazione dello Stato e del divorzio. 
Bruno col suo linguaggio irridente esprime il suo odio per i benpensanti, gli accademici che gli hanno rovinato la vita. A 18 anni è cacciato dal convento dei domenicani, dove era stato costretto a entrare, per il suo carattere ribelle e per la sua vena antisociale. Durante il suo vagabondare per l'Europa è famoso come mago e filosofo, ma colleziona ben tre scomuniche: cattolica, calvinista e luterana. Ha una personalità eccentrica e una memoria prodigiosa, è autore di opere filosofiche, letterarie, matematiche, magiche e mnemotecniche. Bruno è il furioso che attraverso l'amore e la passione riesce ad accedere alla verità. Fu l'esame delle sue opere del cardinale Bellarmino a inchiodarlo e si dice che quando gli lessero la condanna lui abbia esclamato: Tremate più voi nel pronunciar la sentenza che io nel riceverla.   

BAGAGLIO

* Umanesimo e Rinascimento
* Riforma protestante
* Naturalismo e Neoplatonismo
* Rivoluzione copernicana

STRUMENTI

* Mappe di sintesi
* Dizionario filosofico

MAPPA

LA STORIA

GUIDA LETTERARIA

ATTIVITA’ E VALUTAZIONE AUTENTICHE

Su invito del re di Francia Enrico III, Bruno scrive Le ombre delle idee, un trattato sulla tecnica della memoria: trasformare i concetti da ricordare in rappresentazioni visive, strane e straordinarie tanto da colpire l'immaginazione e le emozioni, ad essi collegate; disporre in successione queste immagini lungo un percorso familiare, ad esempio la successione delle stanze della propria casa. La tecnica dell'arte combinatoria consiste nel disporre su una circonferenza le immagini che riassumono i concetti. Attraverso delle associazioni con l'aiuto di figure geometriche si ottengono combinazioni nuove e stimolanti. Attraverso questa attività di potenziamento della mente, egli va in cerca di una sorta di algoritmo della genialità, e alcuni approfondimenti delle tecniche di Bruno risultano ancora oggi di difficile comprensione. 
Prova a fare questo semplice esercizio: associa a ogni numero che va da 1 a 10 un oggetto, ad esempio: 
1 = candela
2 = cigno
3 = molla
4 = sedia
5 = gancio 
6 = ciliegia 
7 = falce 
8 = pupazzo di neve 
9 = palloncino 
10 = botte. 
Associa alla combinazione di numeri che devi ricordare le immagini corrispondenti e visualizza la composizione. Lascia riposare l'immagine per un po'. Dopo qualche giorno prova a ripercorrerla con la mente, molto probabilmente avrai memorizzato anche la combinazione numerica. 

IMMAGINI IN MOVIMENTO

Regista: Giuliano Montaldo
Genere: Drammatico, Storico
Anno: 1973
Paese: Francia, Italia
Durata: 123 min
Motivazione: Giordano Bruno di Giuliano Montaldo, del 1973, narra gli ultimi anni della vita di Bruno, fino alla condanna a morte e al rogo in Piazza dei Fiori. Durante il processo si descrivono i metodi usati dall'Inquisizione ed emerge il pensiero del filosofo, la profonda sintonia tra uomo e natura e la nuova concezione dell'universo. Sulla scorta della rivoluzione copernicana cambia la concezione del sapere, basato sulla ricerca contro il dogmatismo, sullo spirito critico contro la superstizione e l'accettazione passiva del passato. Nel film è sottolineata con forza la difesa del libero pensiero, di cui Giordano Bruno è diventato il simbolo.    

DEVIAZIONI

L’esito dei processi che coinvolsero Giordano Bruno (Nola, 1548 – Roma, 1600) e Galileo Galilei (Pisa, 1564 – Arcetri, 1642) è noto a tutti: condannati entrambi per eresia, il Nolano fu arso vivo a Campo de’ Fiori, mentre lo scienziato pisano preferì la via dell’abiura.
Tuttavia, non si deve commettere l’errore di vedere in Galilei soltanto l’antieroe da contrapporre all’eroico Bruno. Abiurando, Galilei ha semplicemente mostrato di essere uno scienziato e non un filosofo. 
L’antieroismo della scienza ha a che fare con la sua stessa natura: che senso avrebbe avuto morire sul rogo per difendere la verità del copernicanesimo? Il fatto che la Terra si muova attorno al Sole, che sta immobile, è verificabile e, proprio in quanto tale, è oggetto di indagine scientifica. In effetti, nonostante l’abiura galileiana, il vecchio sistema tolemaico-aristotelico entra sempre più in crisi.
Al contrario, la tesi bruniana degli “infiniti mondi” non è né sarà mai verificabile e, dunque, oggetto di scienza, perché abbiamo sempre a che fare con il finito o, se si preferisce, con l’indefinito e mai con l’infinito in quanto tale. L’infinito non può essere oggetto di esperienza, ma soltanto di speculazione o – perché no? – di fede. 
Una comunità scientifica opera pur sempre in una società e meno tale società è libera, tanto più essa ha bisogno del coraggio della filosofia. Pertanto il potere costituito odia la parresìa del filosofo. Non a caso l’unico a prendere le difese di Galilei fu proprio un filosofo, Tommaso Campanella, che nel 1616 – mentre si trovava in carcere – scrisse coraggiosamente una Apologia pro Galileo. Mettere a morte la filosofia significherebbe darla vinta a chi ci vuole dominare e sfruttare. 

NOTE A MARGINE

Segui la storia attraverso la vicenda e il pensiero di Galileo Galilei.  
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