il docente referente per i bes

bes1Ecco un Vademecum delle cose da fare.

Dopo aver consultato il sito dell’ Associazione Italiana per la Ricerca e l’Intervento nella Psicopatologia dell’Apprendimento e quello dell’ Associazione Italiana Dislessia.

  • tenere una lista con tutti gli alunni con sostegno e degli alunni con DSA dell’istituto;
  • contattare 2 o 3 volte l’anno gli specialisti per stabilire per tempo i vari GLH, e comunicarlo ai vari docenti di sostegno;
  • presenziare ai GLH operativi (se non lo fa il DS o il vice) e scrivere il verbale (se non lo fa il docente di sostegno);
  • partecipare a GLH d’Istituto;
  • fare da punto di riferimento per tutti di docenti di Sostegno per le varie problematiche che possono insorgere durante l’anno;
  • coordinare eventuali progetti per la disabilità che si decide di fare durante l’anno;
  • tenere i contatti con eventuali ADB, AEC e loro cooperative;
  • monitorare l’organizzazione oraria dei vari docenti di sostegno;
  • scrivere una relazione finale sul coordinamento del sostegno;
  • invitare anche i docenti curriculari a partecipare ai GLH;
  • seguire corsi di aggiornamento sui BES;

L’Amicizia Con Gli Occhi Di Un Bambino ❤ Un’Amicizia Davvero Speciale…

Il Referente H/Funzione strumentale all’handicap 

– Collabora con il dirigente scolastico alla designazione degli insegnanti di sostegno e degli educatori da attribuire ai ragazzi diversamente abili tenendo conto delle garanzie di continuità che gli stessi possono dare 

– Comunica al dirigente scolastico l’andamento dei progetti relativi agli alunni e collabora alla realizzazione del PDF, PEI nei tempi previsti 

– Coordina il personale e si adopera per svolgere le attività di aggiornamento 

– Coordina gli incontri con l‘ASL e le famiglie 

– Organizza eventuali progetti con le realtà scolastiche e lavorative territoriali esterne alla scuola

– Controlla la documentazione in ingresso, in itinere e predispone quella in uscita 

– Coordina le attività di orientamento per i ragazzi disabili 

– Tiene i contatti con gli operatori dell’ASL e dei Servizi sociali del territorio.

Per approfondimenti:

L’INTEGRAZIONE DELLE PERSONE

  DISABILI A SCUOLA  “norme, procedure, buone prassi”

      Anno scolastico 2014-2015

PRESENTAZIONE

  1. Il presente manuale costituisce un’importante integrazione al Piano dell’Offerta Formativa d’Istituto (POF) e permette, anche ai colleghi di nuova nomina, di inserirsi più prontamente ed efficacemente nel processo educativo – didattico degli alunni.
  2. Il manuale esplicita le azioni considerate necessarie per garantire all’alunno disabile l’esercizio del proprio diritto allo studio in un contesto di normalità, così come sancito dalla nostra legislazione. Esso vuole essere un contributo alla scelta di principio già  citata, elencando le procedure volute dall’attuazione della norma, ampliata da quelle azioni che si sono sapute individuare e che sono ritenute necessarie per una compiuta integrazione dell’alunno con disabilità e normalmente individuate come buone prassi.
  3. Il presente manuale viene considerato uno strumento dinamico da aggiornare anno dopo anno, sia ovviamente rispetto alle normative via via promulgate ed alle procedure ad esse relative, sia rispetto alle buone prassi che potranno essere modificate o integrate a cura dei componenti la Commissione GLHI.
  4. Il manuale ha la possibilità di essere utilizzato in diversi modi:
  • come sintesi argomentata delle norme e delle procedure generalizzate ad esse relative
  • come raccolta ragionata delle buone prassi per evidenziare la loro coerenza reciproca e globale
  • come aiuto ai genitori, agli insegnanti e agli assistenti educatori  per interagire sinergicamente
  • come supporto ad ogni professionalità coinvolta per situarsi positivamente nel contesto.

IL CONTESTO GENERALE, GLI OBIETTIVI, GLI INTERLOCUTORI (premessa sulla realtà della persona disabile)

  1. Il contesto interagente con la persona disabile e con il suo ambito deve costituirsi come rete capace di dare risposte complessive alle necessità espresse per non rischiare di frammentarsi in un accumulo disordinato di interventi (enti, professionalità, discipline).

“…La difesa delle libertà per sé e per gli altri si fonda sull’impegno a rimuovere le cause che limitano, o addirittura negano, la possibilità di ciascuno di essere quanto può essere”. Amartya Sen, premio Nobel per l’economia – 1998

  1. Il problema principale per la persona disabile risulta essere l’integrazione; esso è costante nell’arco di vita ed è anche trasversale ad ogni forma di disabilità, di professionalità e d’istituzione coinvolte.

Il realizzarsi dell’integrazione di tutti i soggetti richiede una politica sociale orientata alla riduzione al minimo della condizione di svantaggio: ciò significa sia corrispondere ai bisogni personali e specifici dell’individuo, sia rendere più flessibili e accoglienti le aspettative e le norme del contesto di vita.

  1. La scuola concorre nel proprio specifico (inteso come temporalità e come ambito) al raggiungimento della massima integrazione possibile.

L’inserimento nel contesto territoriale e scolastico di un soggetto disabile presuppone un progetto di rete individualizzato, che coinvolga tutte le realtà locali. Le scelte e le azioni non devono scadere nell’assistenzialismo o nel tentativo esclusivo di colmare un deficit, bensì devono mirare alla costruzione del Progetto Vita della persona disabile, realizzato in base alle sue aspirazioni, alle sue risorse e alle sue potenzialità cognitive, comunicative, relazionali e sociali. Indispensabile quindi per la riuscita dell’integrazione è creare un clima socio – educativo positivo, sostenuto da relazioni significative, miranti all’accrescimento dell’autostima e alla promozione della persona.

IL CONTESTO PARTICOLARE SCOLASTICO, GLI OBIETTIVI, GLI INTERLOCUTORI

L’integrazione scolastica

  Finalità educativa generale Favorire l’inserimento, promuovere l’integrazione scolastica e lo sviluppo delle potenzialità dell’alunno disabile o in situazione di svantaggio nell’apprendimento, nella comunicazione, nelle relazioni e nella socializzazione. Per il raggiungimento della finalità educativa sono necessarie

  • COLLEGIALITA’:

coinvolgimento di tutti gli educatori (insegnante di classe, di sostegno, assistenti educatori) nella stesura e nell’attuazione del progetto educativo – didattico, nella sua verifica e valutazione

  • INDIVIDUALIZZAZIONE dell’insegnamento:

progettazione delle attività, nel rispetto delle capacità e delle potenzialità dell’alunno; insegnamento gestibile all’interno della classe, in gruppi di classi aperte, in piccoli gruppi o in un rapporto uno a uno, a seconda della necessità, ma privilegiando la dimensione comunitaria

  • FLESSIBILITA’ nell’organizzazione:

vengono garantiti ritmi di attività adeguati, opportunità di successo e di esperienze motivanti e gratificanti; qualora sia necessario, viene assicurata la partecipazione dei genitori a visite didattiche, a uscite sul territorio o a progetti particolari  per agevolare l’integrazione e sostenere emotivamente il soggetto disabile.

  • CONTINUITA’ fra i vari ordini di scuola:

realizzazione di “progetti ponte”, articolati secondo le seguenti modalità :

  1. Partecipazione degli alunni delle classi ponte ad attività del nuovo ordine di scuola  secondo i tempi stabiliti
  2. Intervento da parte dei futuri docenti nella scuola già frequentata dagli studenti per una conoscenza diretta dei medesimi, oltre che delle modalità di integrazione adottate
  3. Incontri costanti fra gli operatori della scuola (compreso l’assistente educatore ove presente), della Neuropsichiatria infantile (NPI) e la famiglia per la condivisione delle finalità educative e del Progetto Vita; scambio di informazioni relative al Piano Educativo Individualizzato (PEI) e al Profilo Dinamico Funzionale (PDF)
  4. Passaggio della documentazione relativa agli alunni segnalati
  5. Condivisione della programmazione educativa generale annuale e delle prove d’ingresso che si prevedono
  6. Affiancamento, se possibile, dei nuovi docenti da parte di quelli uscenti per alcune ore delle attività di classe
  7. Verifica del progetto
  • FORMAZIONE per docenti, genitori, assistenti educatori, organizzata dalla Commissione GLHI
  • LAVORO DI RETE con il territorio:

Progetti d’integrazione Contatti con gli educatori che operano negli spazi gioco, per la socializzazione, l’aggregazione e l’integrazione, gestiti dalla Parrocchia o da altri Enti. Promozione di “progetti orientamento”, ponte tra i soggetti disabili in uscita dal percorso scolastico e il servizio per disabili territoriale individuato per la continuità, nella logica della costruzione del Progetto Vita. Tali progetti ponte sono realizzati in collaborazione con la famiglia e con la NPI.

La Commissione Handicap d’Istituto

La Commissione GLHI è un gruppo di studio e di lavoro del Collegio dei Docenti, aperto alla componente dei genitori e alle Agenzie territoriali, che si occupa dell’integrazione delle persone disabili. È composta “da insegnanti, operatori dei servizi, familiari e studenti con il compito di collaborare alle iniziative educative e di integrazione predisposte dal Piano Educativo” (Art. 15, comma 2, Legge 104/92).

La Commissione GLHI è composta da:

–         Dirigente Scolastico / Funzione Strumentale

–         Docenti di classe e di sostegno

–         Assistenti Educatori

–         Genitori (in momenti definiti)

Si insedia nel primo bimestre dell’anno scolastico, su approvazione del Collegio dei Docenti, che ne stabilisce il monte orario annuale (circa 10 ore); si riunisce di norma tre volte all’anno  ed in via eccezionale ogni qualvolta uno dei componenti ne faccia richiesta tramite il coordinatore designato (Dirigente Scolastico o Funzione Strumentale), per questioni impellenti. Ogni anno viene destinato un monte ore (da tre a sei ore circa) da spendere unitamente a genitori e ad assistenti educatori operanti sul territorio, per condividere strategie educative miranti all’integrazione dei soggetti disabili e non.

La Commissione Handicap si occupa di:

–         Integrazione degli alunni disabili

–         Accoglienza delle situazioni di disagio

–         Sostegno al lavoro dei docenti

–         Formazione degli insegnanti e formazione congiunta di scuola, famiglia e assistenti educatori

–         Continuità educativo – didattica

–         Passaggio d’informazioni, d’indirizzi e di materiale utili

–         Collaborazione con le agenzie educative presenti sul territorio

–         Verifica dell’efficacia degli interventi

Modelli:  schema-verbale-gruppo-h-

verbale_glh

guida-pdfpei

Gli strumenti

Profilo Dinamico Funzionale (PDF) E’ atto successivo alla Diagnosi Funzionale (a cura della NPI) e indica in via prioritaria, dopo un primo periodo di inserimento scolastico, il prevedibile livello di sviluppo che l’allievo disabile dimostra di possedere nei tempi brevi e nei tempi medi . Viene redatto, congiuntamente con la famiglia e la NPI, dai docenti di classe, dall’insegnante di sostegno e dall’assistente educatore ove presente, entro il 30 novembre dell’anno scolastico frequentato dall’alunno, sulla scorta delle osservazioni sistematiche effettuate nel primo periodo. Il PDF è contenuto nel fascicolo personale dell’alunno ed è conservato a cura del Dirigente Scolastico.

Modello Profilo Dinamico Funzionale

Piano Educativo Individualizzato (PEI) Viene predisposto dal team docenti della classe e dall’assistente educatore ove presente e concordato con la famiglia e la NPI. Definito entro il 30 novembre dell’anno scolastico frequentato dall’alunno, sulla base degli elementi forniti dalla Diagnosi Funzionale e dal Profilo Dinamico Funzionale, è il documento scolastico di sintesi dei dati conosciuti e di previsione degli interventi. Comprende:

  • Presentazione dell’alunno
  • Rappresentazione delle relazioni
  • Orario settimanale
  • Programmazione percorsi individualizzati
  • Programmazione comune alla classe
  • Modalità organizzativa degli interventi
  • Unità didattiche
  • Frequenza scolastica
  • Incontri scuola  – famiglia
  • Incontri scuola – operatori socio – sanitari
  • Relazione finale

Il PEI è contenuto nel fascicolo personale dell’alunno ed è conservato a cura del Dirigente Scolastico. Profilo Dinamico Funzionale (PDF) – Piano Educativo Individualizzato (PEI) La collaborazione e lo scambio d’informazioni fra tutte le parti coinvolte è essenziale, anche per la stesura del PDF e del PEI. Gli operatori della NPI, della Scuola e l’assistente educatore (ove presente) devono stabilire almeno tre incontri annuali (inizio, metà, fine anno) per una cooperazione proficua, ma all’occorrenza ne vengono fissati anche altri. Gli insegnanti, oltre agli incontri con le famiglie stabiliti dal calendario annuale approvato dal Collegio dei Docenti, danno massima disponibilità rispetto ad ulteriori momenti di confronto. La compilazione (redatta sulla base della progettazione collegiale) del PDF e del PEI è a cura dell’insegnante di sostegno. Anche l’assistente educatore partecipa alla stesura dei suddetti documenti, tenuto conto della valenza educativa del suo ruolo.

Modello pdf_pei.

Gli obiettivi formativi

La scuola deve stimolare gli alunni “alla massima attivazione delle risorse di cui sono dotati, attraverso l’esercizio dell’autonomia personale” (da “Indicazioni Nazionali per i Piani di Studio Personalizzati nella Scuola Primaria” – “Obiettivi generali del processo formativo” – Legge n. 53 del 28/03/2003)

Favorire l’autonomia degli alunni è indispensabile perché diventa generativo di processi di autostima, di riconoscimento sociale e conseguentemente di sostanziale integrazione.

Ogni persona, anche il soggetto disabile più grave, può accedere a livelli di autonomia maggiori a quelli espressi all’ingresso nella scuola L’autonomia parte dall’accettazione di sé stessi, dal riconoscimento del proprio valore di persona, al di là della propria prestazione; è una “tendenza verso”, un “mirare ad essere” e l’insegnante deve saper tener presenti tutte le sfaccettature dell’autonomia dei suoi alunni ed esperire ogni modalità e mezzo in suo possesso per incrementarle integralmente.   Tre sono le tappe fondamentali:

  • Potenziare e far acquisire l’autonomia corporea
  • Stimolare per far crescere l’autogestione nei confronti delle prestazioni
  • Sviluppare l’autonomia di giudizio

Autonomia significa star bene con sé e con gli altri ed inoltre avere la capacità di vedere sé stessi in chiave prospettica.

Gli obiettivi educativo – didattici

Per la stesura della programmazione didattica è necessario acquisire informazioni dalla famiglia, dall’eventuale scuola di provenienza e dalla NPI di riferimento e attivare un iniziale periodo di osservazione e di verifica delle abilità possedute. Nel caso di passaggio da un ordine di scuola all’altro, è doveroso stilare un “progetto ponte” specifico, calibrato sulle potenzialità dell’alunno disabile. Partendo dalla Programmazione educativa – didattica d’Istituto, riferita alla classe di appartenenza dell’alunno disabile, gli insegnanti e gli assistenti educatori stabiliscono gli obiettivi trasversali comuni a tutte le discipline, che successivamente declinano in obiettivi specifici individualizzati. Sono esplicitate nella programmazione anche la metodologia e le modalità organizzative degli interventi, avendo cura di sperimentarne di diverso genere affinché si possa trovare il giusto canale di relazione e di interazione; particolare importanza deve rivestire il discorso dell’apprendimento sociale.

La valutazione richiede:

–         osservazioni sistematiche

–         collegialità

–         rapporti con la famiglia e con il territorio

–         verifica in itinere e periodica del progetto educativo – didattico.

Il team docenti della classe, al termine di ciascun quadrimestre, deve valutare globalmente l’intervento d’integrazione e formulare eventuali proposte per il periodo successivo, individuando le strategie da applicare, le eventuali correzioni di rotta e quant’altro da potenziare.      

Progetto ponte a favore degli alunni disabili per la continuità tra i diversi ordini di scuola

    Per favorire la continuità educativo – didattica nel momento del passaggio da un ordine di scuola ad un altro,  si elabora un “progetto ponte”, sul modello di quello sottoelencato.

TEMPI SOGGETTI AZIONI
Maggio Docenti dei due ordini di scuola e assistente educatore Conoscenza reciproca e condivisione delle finalità educative generali che si prevedono per l’integrazione nel nuovo ordine di scuola Scambio d’informazioni relative al PDF e al PEI
Maggio Docenti dei due ordini di scuola Alunno Conoscenza reciproca e conoscenza degli spazi e di alcune attività scolastiche
Giugno Docenti uscenti e subentranti Assistente educatore Passaggio della documentazione relativa agli alunni segnalati
Settembre Docenti uscenti e subentranti Assistente educatore Condivisione delle prove d’ingresso che si prevedono
Da settembre a dicembre Docenti del precedente ordine di scuola e assistente educatore Esperti NPI Affiancamento dei nuovi docenti con destinazione di due ore settimanali da parte degli ex insegnanti per facilitare l’integrazione
Gennaio Docenti dei due ordini di scuola e assistente educatore Genitori Esperti NPI Verifica del progetto tra docenti esperti e con i genitori

  L’OPERATIVITA’ IN TUTTI GLI ANNI CONSIDERANDO I RUOLI DEGLI EDUCATORI COINVOLTI

1. Insegnante di classe
2. Insegnante di sostegno

Il primo passo verso un processo d’integrazione attuale dell’alunno disabile è la stretta collaborazione tra gli insegnanti di classe e l’insegnante di sostegno, tanto da parlare di intercambiabilità dei ruoli, salvaguardando le specifiche competenze di ciascuno. Inoltre è compito di tutti gli educatori facilitare l’appartenenza dell’alunno disabile al contesto socio-educativo del gruppo classe.   L’insegnante di sostegno è da considerarsi come risorsa aggiuntiva assegnata alla classe, ovvero come un arricchimento delle potenzialità del bambino, per progettare soluzioni e per migliorare il tessuto relazionale del sistema in collaborazione con il team. In accordo con il team docente può operare con diverse modalità, coerentemente con il tipo di attività educativo – didattica che si intende realizzare (prediligendo momenti comunitari):

  • in classe
  • in piccoli gruppi della stessa classe o a classi aperte
  • in rapporto uno a uno

L’orario settimanale è stabilito in base alle esigenze educative – didattiche e della socializzazione.

3. Assistente educatore

L’assistente educatore opera per la promozione e la realizzazione del Progetto Vita della persona disabile e in questa logica  soprattutto nell’area dell’autonomia personale, dell’autosufficienza di base, della generalizzazione delle abilità apprese nei vari contesti di vita e delle relazioni sociali. L’assistente educatore collabora alla stesura e alla realizzazione degli obiettivi previsti dal PEI con il team docenti della classe.

4. Dirigente scolastico

Il Dirigente Scolastico è colui che ricopre la funzione di garante nel processo d’integrazione del bambino disabile. A tal fine dovrà assicurare al proprio Istituto:

  • il reperimento di tutti gli ausili e/o attrezzature necessarie nel caso di precise esigenze dell’alunno
  • l’utilizzo dei docenti di sostegno come contitolari nelle attività didattico-educative con  la classe e non legate esclusivamente al soggetto disabile
  • la copertura con supplenza per assenza del docente di classe e/o di sostegno
  • l’impiego del docente di sostegno solo sulla classe di appartenenza
5. Personale non docente

I compiti del personale non docente sono relativi all’ambito dell’assistenza fisica al disabile, in mancanza di altre risorse, sia in ambiente scolastico sia in ambienti esterni alla scuola (uscite sul territorio).

(di Cristina Coppo)

Ecco il materiale e i modelli utili:

       

 

       

 

         

 

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