apprendimento multimediale

Aspetti cognitivi della didattica multimediale

La progettazione di materiali multimediali per scopi didattici deve tener conto dei rapporti tra multimedialità e processi di apprendimento.

E’ necessario precisare che la multimedialità non rappresenta soltanto un peculiare modo di presentare contenuti ricorrendo a più mezzi di comunicazione (registri comunicativi), ma anche che essa attiva processi cognitivi dinamici di tipo particolare anche perché l’apprendimento multimediale opera per immersione e coinvolge gran parte delle capacità percettive e cognitive dell’individuo.

Le  presentazioni multimediali, ovvero presentazioni con l’uso di strumenti visivi esterni, sono un ottimo strumento per stimolare il progresso educativo.

Area di intervento: riduzione dei processi cognitivi estranei

 – coerenza: si apprende meglio se i singoli elementi che compongono il messaggio sono coerenti con l’obiettivo principale. E’ necessario concentrare la presentazione solo intorno alle componenti indispensabili per la spiegazione del contenuto, eliminando più possibile i fattori di disturbo;

– segnalazione: si apprende meglio se vengono aggiunti elementi che indicano o sottolineano le informazioni essenziali. Es. inserire sovrimpressioni nei momenti in cui c’è il rischio che lo studente non sia in grado di cogliere passaggi cruciali;
– ridondanza: si apprende meglio con animazioni + narrazioni, rispetto a animazioni + narrazioni + testo. La ridondanza crea un sovraccarico cognitivo inutile. Meglio accompagnare l’immagine con una voce narrante che affiancare anche un testo in sovrimpressione, ove il principio della segnalazione non lo richieda;
– contiguità spaziale: parole e immagini corrispondenti devono essere vicine, per un più immediato riconoscimento del loro legame;
– contiguità temporale: si apprende meglio se le parti in relazione tra loro sono presentate contemporaneamente piuttosto che in tempi successivi.

This is a short video interview with Professor Richard E. Mayer exploring aspects of the role of video and its design for effective teaching and learning in higher education. The interview was recorded at the University of California, Santa Barbara, in November 2011. The interview was conducted and produced by Mike O’Donoghue at the School of Education, University of Manchester, UK.

Area di intervento: miglioramento dei processi cognitivi essenziali

 – segmentazione: si impara meglio quando un messaggio multimediale viene presentato in segmenti piuttosto che in un’unità continua, se il materiale è troppo complesso da cogliere in una volta sola;

– istruzione propedeutica: si impara meglio quando si conoscono giù i nomi e le caratteristiche dei concetti principali, quando viene richiamata l’esperienza e la conoscenza precedente. Possiamo trovarci di fronte all’esigenza di prevedere una formazione preventiva o momenti di chiarimento in itinere;
– modalità: si apprende meglio da immagini + narrazioni orali che da immagini + testo scritto, poiché questa seconda ipotesi occupa il medesimo canale (visivo), sovraccaricandolo.

I nativi digitali

Area di intervento: promozione dei processi generativi

 – multimedialità: si apprende meglio da parole + immagini che dalle sole parole, poiché si forniscono elementi più ricchi per la memorizzazione e il recupero (è il principio che giustifica il ricorso alla multimedialità!);

– personalizzazione: lo stile conversazionale è più efficace di quello formale e distaccato (es. voce narrante è meglio che si riferisca direttamente allo spettatore);
– voce: la scelta dello speaker deve essere accurata, è preferibile uno stile colloquiale e un’inflessione vicina a quella dello spettatore;
– immagine: l’aggiunta dell’immagine del docente alla presentazione multimediale può creare distrazione (split-attention).
Violare tali principi può dare effetti di ambiguità: solo se quest’ultimi sono voluti e sono frutto di una progettazione (ad es. nei videoclip musicali o nella pubblicità), possono essere valutati positivamente.

Narration and the Fiction Film – Godard

Modelli per la multimedialità: 

  1. La teoria della doppia codifica di Paivio (1991); 
  2. La teoria del carico cognitivo di Chandler e Sweller (1991); 
  3. La teoria delle rappresentazioni multimediali di Schnotz (2001); 
  4. La teoria di Mayer (2001).

Fantasia 2012 – David Bordwell

Generazione Facebook

/ 5
Grazie per aver votato!