amore e morte

Allora Didone, tremante, esasperata
per il suo scellerato disegno, volgendo
attorno gli occhi iniettati di sangue, le gote sparse
di livide macchie e pallida della prossima morte,
irrompe nelle stanze interne della casa
e sale furibonda l’alto rogo, sguaina
la spada dardiana, regalo non chiesto per simile scopo.

 

Dopo aver guardato le vesti lasciate da Enea
e il noto letto, dopo aver indugiato un poco
in lagrime di pensieri, si gettò su quel letto
lunga e distesa e disse poche, estreme parole:
” O relique, che foste così dolci finche
lo permettevano i Fati e un Dio: ora accogliete
quest’anima, scioglietemi da tutti i miei tormenti.

Vissi, ho compiuto il cammino concessomi dalla Fortuna,
e adesso un’immagine grande di me se ne andrà sottoterra.
Fondai una grande città, vidi sorgerne alte le mura,
vendicai il marito, inflissi al fratello nemico
giuste pene: felice, ahi, troppo felice se solo
non fossero mai arrivate ai nostri nidi sabbiosi
navi dardiane!”. Disse e premé la bocca sul letto.
“Moriamo senza vendetta – riprese. – Ma moriamo.
Così, anche così giova scendere alle Ombre.
Il crudele Troiano vedrà dall’alto del mare
il fuoco e trarrà funesti presagi dalla mia morte”.

La storia di Tristano e Isotta è uno dei più famosi e struggenti miti della tradizione occidentale. La storia originale, appartenente alla mitologia assiro-babilonese, fu ripresa e romanzata da Ovidio nel IV libro delle “Metamorfosi”.

Prelude to the first act from Wagner’s “Tristan und Isolde”, german opera in three acts. Author: Richard Wagner (1813-1883).

Amor ch’a nullo amato amar perdona

Nella dorata città di Camelot, il fascino del cavaliere Lancillotto incrina l’unione di Ginevra e Re Artù.

Sequenza tratta dal film : Romeo e Giulietta di Franco Zeffirelli.

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