america: storia di un continente (p.1)


Cristoforo Colombo

Il viaggio fantastico – Nell’anno 1492, un intraprendente e coraggioso tarlo parlante di nome Piky, suggerisce a uno squinternato navigatore genovese di nome Cristoforo Colombo che la terra non è piatta, come tutti avevano creduto fino a quel momento, e nemmeno cubica, come invece sosteneva Colombo, ma rotonda. Da qui ha inizio un viaggio straordinario che rivoluzionerà il mondo.

E’ gia stanco di vagabondare sotto un cielo sfibrato
per quel regno affacciato sul mare che dai Mori è insidiato
e di terra ne ha avuta abbastanza, non di vele e di prua,
perché ha trovato una strada di stelle nel cielo dell’anima sua.
Se lo sente, non può più fallire, scoprirà un nuovo mondo;
quell’attesa lo lascia impaurito di toccare già il fondo.
Non gli manca il coraggio o la forza per vivere quella follia
e anche senza equipaggio, anche fosse un miraggio ormai salperà via.
E la Spagna di spada e di Croce riconquista Granata,
con chitarre gitane e flamenco fa suonare ogni strada;
Isabella è la grande regina del Guadalquivir
ma come lui è una donna convinta che il mondo non pùo finir lì,.
Ha la mente già tesa all’impresa sull’oceano profondo,
caravelle e una ciurma ha concesso, per quel viaggio tremendo,
per cercare di un mondo lontano ed incerto che non sa se ci sia
ma è già l’alba e sul molo l’abbraccia una raffica di nostalgia.
E naviga, naviga via
verso un mondo impensabile ancora da ogni teoria
e naviga, naviga via,
nel suo cuore la Niña, la Pinta e la Santa Maria.
E’ da un mese che naviga a vuoto quell’Atlantico amaro,
ma continua a puntare l’ignoto con lo sguardo corsaro;
sarà forse un’assurda battaglia ma ignorare non puoi
che l’Assurdo ci sfida per spingerci ad essere fieri di noi.
Quante volte ha sfidato il destino aggrappato ad un legno, senza patria bestemmi in latino prendi il bere d’impegno,
per fortuna che il vino non manca e trasforma la vigliaccheria
di una ciurma ribelle e già stanca, in un’isola di compagnia.
E naviga, naviga via,
sulla prua che s’impenna violenta lasciando una scia,
naviga, naviga via
nel suo cuore la Niña, la Pinta e la Santa Maria.
Non si era sentito mai solo come in quel momento
ma ha imparato dal vivere in mare a non darsi per vinto;
andrà a sbattere in quell’orizzonte, se una terra non c’è,
grida: “Fuori sul ponte compagni dovete fidarvi di me!”
Anche se non accenna a spezzarsi quel tramonto di vetro,
ma li aspettano fame e rimorso se tornassero indietro,
proprio adesso che manca un respiro per giungere alla verità,
a quel mondo che ha forse per faro una fiaccola di libertà.
E naviga, naviga là
come prima di nascere l’anima naviga già,
naviga, naviga ma
quell’oceano è di sogni e di sabbia
poi si alza un sipario di nebbia
e come un circo illusorio s’illumina l’America.
Dove il sogno dell’oro ha creato
mendicanti di un senso
che galleggiano vacui nel vuoto
affamati d’immenso.
Là babeliche torri di cristallo
già più alte del cielo
fan subire al tuo cuore uno stallo
come a un Icaro in volo
Dove da una prigione a una luna d’amianto
“l’uomo morto cammina”
dove il Giorno del Ringraziamento
il tacchino in cucina
e mentre sciami assordanti d’aerei
circondano di ragnatele
quell’inutile America amara
leva l’ancora e alza le vele.
E naviga, naviga via
più lontano possibile
da quell’assordante bugia
naviga, naviga via
nel suo cuore la Niña, la Pinta e la Santa Maria

Un viaggio a ritroso nel tempo per raccontare la storia di un continente, l’America. Ulisse, il piacere della scoperta.

Come un rullo di tambur,
Che la gente chiamerà,
Le stagioni volano
Grano e frutti ci daran
E vicino al fiume noi,
Pianteremo tutto ciò,
Che la Madre Terra può,
Maturare con amor
Grande Spirito che puoi,
Guidaci, resta con noi!
Tieni acceso il fuoco che,
Che la via ci mostrerà
Le stagioni volano,
Come un rullo di tambur,
Questa vita ci unirà
Come un rullo di tambur

The New World – Terrence Malick’s film starring Colin Farrell,Christopher Plummer,Christian Bale,Q’orianka Kilcher,August Schellenberg,Wes Studi,David Thewlis,Noah Taylor,Ben Chaplin.

“Abbiamo costruito l’idea che noi eravamo diversi. Di più: eravamo i migliori. Non è così. Non c’è stereotipo rinfacciato agli immigrati di oggi che non sia già stato rinfacciato a noi. Loro sono clandestini? Lo siamo stati anche noi, a milioni, tanto che i consolati ci raccomandavano di pattugliare meglio i valichi alpini e le coste non per gli arrivi ma per le partenze. Loro si accalcano in osceni tulguri? L’abbiamo fatto anche noi, al punto che a New York il prete irlandese B. Lynch teorizzava che “gli italiani riescono a stare in uno spazio minore di qualsiasi altro popolo, se si eccettuano forse i cinesi”. Loro vendono le donne? Ce le siamo vendute anche noi, perfino ai bordelli di Porto Said o del Maghreb. Sfruttano i bambini? Noi abbiamo trafficato per decenni coi nostri, cedendoli agli sfruttatori più infami o mettendoli all’asta nei mercati d’oltralpe. Rubano il lavoro ai nostri disoccupati? Noi siamo stati massacrati, con l’accusa di rubare il lavoro degli altri. Importano criminalità? Noi ne abbiamo esportata dappertutto. Fanno troppi figli rispetto alla media italiana? Noi spaventavamo allo stesso modo gli altri. Perfino l’accusa più nuova dopo l’11 Settembre, cioè che tra gli immigrati ci sono “un sacco di terroristi”, è per noi vecchissima: a seminare il terrore nel mondo per un paio di decenni furono i nostri anarchici. Come Mario Buda, un fanatico romagnolo che si faceva chiamare Mike Boda e che il 16 settembre 1920 fece saltare per aria Wall Street, fermando il respiro di New York ottant’anni prima di Osama Bin Laden”.

da G. Antonio Stella, “L’orda. Quando gli albanesi eravamo noi”, Rizzoli 2002

Titanic è un film del 1997 diretto da James Cameron, con Leonardo DiCaprio e Kate Winslet. Il regista è anche sceneggiatore e produttore del film, che narra l’affondamento del transatlantico Titanic avvenuto la notte del 14 aprile 1912 a seguito della collisione con un iceberg, nel quale persero la vita 1513 dei 2227 passeggeri a bordo.

Speciale “Titanic, un secolo negli abissi”. Ci sono particolari mai descritti, nonostante siano essenziali per capire la storia del naufragio.
Nello speciale ci sono tutti i dettagli meteorologici che incontrò il transatlantico lungo la sua rotta – il perchè un iceberg si trovava a latitudine così basse – un confronto delle tecnologie dei primi del ‘900 con il XIX secolo: oggi come cent’anni fa i sinistri marittimi causano vittime umane e disastri ambientali.

Titanic – Nascita di una leggenda

Titanic – La vera storia

/ 5
Grazie per aver votato!